Pedagogia Steiner Waldorf

Se dico come prima parola pedagogia, la seconda è Waldorf.
Pedagogia Steiner Waldorf, meglio ancora.

Ho incontrato questa rivoluzione umana nel 2007 ed è stato un colpo di fulmine, un riconoscersi, un sentirsi a casa.
La visione dell’essere umano in età evolutiva da 0 a 21 anni non è semplicemente una teoria scientifica su cosa sono o dovrebbero essere le linee guida per una sana, buona, proficua educazione.

No, questo non centra nulla.
Tanto per cominciare, come Steiner disse, io qui ripeto: “arriverà un giorno in cui dovremo vergognarci di aver pronunciato la parola educazione”

Penso che il più grande ostacolo alla libera espressione della ricchezza che ogni essere umano custodisce in se, sia costituito dalla scuola, dal sistema scolastico.

Un sistema che affonda le sue radici nel passato, già in quella visione Agostiniana che sosteneva che per il fatto che il bambino porta con sé il peccato originale diviene necessario estirpare il germe del male dalla sua anima e questo è possibile farlo attraverso l’educazione.
Pelagio monaco inglese contemporaneo di Agostino fu uno dei primi autori a contrastare questa teoria vedendo il bambino venire al modo come un essere del tutto innocente.Con un salto di alcuni secoli le cose non sono molto cambiate tra il 1700 ed il 1800 in pieno Illuminismo torna in auge un identico confronto tra Pestalzzi ed Herbart. Da un lato Pestalozzi che fa parte di quella minoranza di autori che hanno contrastato l’immagine del bambino come un tiranno, dall’altra la teoria largamente condivisa di una “tirannia dei bambini”:

Ecco, di questa seconda posizione ideologica è figlia la nostra scuola tanto che la parola educazione il cui etimo corrisponde ad E-Durre cioè condurre fuori, si è trasformata nel suo significato in maniera cosi perversa da significare portare dentro, conculcare, indottrinare, normalizzare, ammaestrare.

La pedagogia Waldorf, quella vera, non dimentica mai che il lavoro che le compete è edurre fuori dalle individualità uniche ed irripetibili dei bambini e dei ragazzi, i talenti e le potenzialità di cui tutti gli esseri umani sono portatori, e non renderli pedine atte a svolgere ruoli che la società propone di epoca in epoca senza mai mutare lo schema.